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il castello di Levizzano Rangone



parte del castello e torre matildica, foto © Frank72
il castello è ubicato a poca distanza da Castelvetro


Il primo documento dove appare il nome di Levizzano, come centro rurale/villaggio, appartiene all’Abbazia di Nonantola e risale all’890. Successivamente questi territori con il castello – un castello curtense, sorto cioè con scopi di sola protezione locale - passano al Vescovo di Modena, che nel 1038 cede in enfiteusi questa corte fortificata con torre di avvistamento ed un oratorio, al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa.


panorama serale del castello di Levizzano-Rangone (Modena), foto © Frank72

All’epoca erano presenti una cinta muraria ed una torre di avvistamento mentre non c'era l'attuale palazzo medievale. La torre non era quella che vediamo oggi, chiamata Torre Matildica, che risale al XIV-XV sec. Era presente un oratorio, dedicato ai Santi Adalberto e Antonino (1) , oggi non più esistente, che si trovava a sud ( la chiesa di S.Antonino venne riedificata nel 1606 nel lato opposto rispetto all’antica costruzione e rimase attiva fino al 1910, fino a quando non fu costruita la nuova parrocchiale al di fuori delle mura; nello stesso periodo venne costruita la canonica, nel lato Sud-Ovest, e fu posta la campana sulla torre Matildica).

La torre non fungeva da torre difensiva, ma serviva essenzialmente per l’avvistamento, per allertare la popolazione in caso di invasione e all’interno del recinto fortificato si veniva così a proteggere la popolazione del luogo (talora con il bestiame e con eventuali prodotti agricoli).

Soltanto nei periodi in cui si ha il passaggio ai Canossa, Levizzano si inserisce in un’ottica strategica, perchè i Canossa volevano controllare tutti i valichi appenninici in corrispondenza di Modena, Reggio e Parma. Quando muore Matilde di Canossa  (1115) il feudo di Levizzano ritorna nelle mani del Vescovo di Modena, fino a che un documento, datato 1228, attesta che il vescovo di Modena lo cederà ad un’altra nobile famiglia, che prese il nome dal luogo stesso: i Levizzani o Da Levizzano  (in precedenza vassalli degli stessi Canossa).


dettaglio del castello, foto © Frank72

Il periodo in cui i Levizzani rimarranno proprietari del feudo è caratterizzato, anche in questo territorio, dalle lotte tra guelfi e ghibellini. Saranno i Levizzani a costruire la galleria sotterranea che ancora oggi collega il palazzo feudale alla torre di avvistamento come via di fuga in caso di necessità .

Il territorio rimarrà nelle mani dei Da Levizzano fino al 1342, quando venderanno il feudo per 50 lire modenesi alla famiglia Rangoni (2) (Guglielmo e Gherardo), potente famiglia di feudatari, all’epoca già titolari del marchesato di Castelvetro (furono infeudati di Castelvetro nel 1330 da papa Giovanni XXII). Questa famiglia aggiunse quindi il nome del proprio casato al nome del paese, che divenne così Levizzano Rangone.

Tale denominazione, rimasta anche dopo il 1796, è tuttora esistente.
E' con i Rangoni (diplomatici per conto del Duca D’Este, collezionisti e committenti di opere d’arte) che si ha l’ampliamento - in più fasi successive- del palazzo feudale, che nel corso dei secoli diventa struttura residenziale in seguito alla perdita delle originali funzioni difensive.


soffitto a tempera su legno della seconda sala detta "dei Vescovi", foto © Frank72

Dalla metà del 1500 il castello verrà affrescato internamente. Di questi affreschi rimangono solo due sale al piano terra chiamate Sale dei Vescovi; sicuramente era affrescato anche il piano superiore o piano nobile.

I Rangoni rimangono proprietari dal 1342 fino al 1796; con l’arrivo delle truppe napoleoniche la famiglia perde la proprietà del castello con la soppressione dei feudi conseguente alle riforme introdotte dalla Rivoluzione Francese.
Il castello rimarrà nelle mani di alcune famiglie del luogo (1813 Gherardo Rangoni lo vende a Giulio Reggianini) (3),  fino a quando nel 1921 viene acquistato per 175.000 lire dal Comune di Levizzano, che lo usa in quel periodo per scopi pubblici a causa dell’aumento della popolazione (sede del partito fascista, palestra, asilo, scuola elementare, alloggi insegnanti, appartamenti per famiglie della zona). Per questo motivo il castello verrà sventrato all’interno per adibirlo a questi usi.
Saranno fatti anche restauri (3) non troppo consoni rispetto alle modalità utilizzate nei restauri ultimi. Grazie agli ultimi restauri effettuati del 2007, si è cercato di recuperare le due sale affrescate e di intervenire sulla stabilità della struttura che stava incominciando a cedere.
 

articolo di M.C.Fil.-diritti riservati

NOTE ALL'ARTICOLO

(1) Secondo Celestino Cavedoni questo oratorio risaliva all'anno 1000, periodo in cui (1003) Ottone III (cultore di Sant'Adalberto) passò per Modena.
(2) Nobile famiglia, alla quale alcuni studiosi hanno attribuito una presunta origine germanica e che ha segnato la storia di Modena e di parte del suo territorio. A Modena, insieme ad altri nobili, diedero vita al partito degli Aigoni, di parte guelfa, contrapposti a quello dei ghibellini modenesi detti Grasolfi. Nel 1264, espulsi i ghibellini, avrebbero potuto esercitare la loro egemonia, ma in seguito alle discordie nate all'interno dello stesso partito degli Aigoni, si allearono con i Boschetti contro i Da Savignano e i Da Sassuolo e invitarono nel 1288 Obizzo d'Este ad assumere la signoria di Modena. Infeudati dapprima di Castelvetro e poi di Levizzano (investiture confermate nel 1353 con l'aggiunta di Spilamberto), videro consolidare i loro possedimenti all'epoca di Borso d'Este. Potenti feudatari i Rangoni tentarono di ampliare il loro raggio d'azione stringendo alleanze matrimoniali e imparentandosi con le più influenti casate padane (i Boiardi, i Bentivoglio, i Pio, i Pico, i Gonzaga...). Dal 1726 un ramo della famiglia, quello di Spilamberto, ha aggiunto il cognome Machiavelli.
(3) La famiglia dei Reggianini, proveniente da Reggio Emilia, nella storia fu sempre avversaria del Duca di Modena, tanto che sovvenzionarono i moti dei 1821, a cui uno della stessa famiglia partecipò attivamente, venendo giustiziato insieme a Ciro Menotti;
(4) Lavori di consolidamento e restauro: 1921, 1933-35, 1952, 1977-79, primi anni’80

 



 castelli nel modenese



castello di Vignola, foto wikipedia



vecchia foto: torre a Formigine (oltre a Vignola, altro noto castello nel modenese)
i castelli del modenese sono una dozzina e non vanno dimenticati quelli di Finale Emilia e Mirandola danneggiati dal terremoto 2012
altro materiale nella pagina sui castelli in Emilia

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alcuni collegamenti utili per chi vuole approfondire il tema dei castelli

Vignola e la rocca

Vigoleno

altri castelli Emilia

castelli del Reggiano

Castello di Torrechiara

castelli del Parmense

 


il castello di Rossena (panorama) , nei pressi di quello di Canossa-foto Franco L. 2005

castello di Canossa

il Parmigianino nel castello di Fontanellato

castelli Puglia e Sicilia

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